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Santuario di San Francesco di Paola

Via Tommaso Cigliano, 144, 80075 Forio NA, Italy

Santuario San Francesco di Paola

Lungo la stretta strada che conduce alle spiagge della Chiaia e della Sciavica (oggi spiaggia di S. Francesco), tra le rocce laviche della collina di Zaro, sorge la chiesa di S. Francesco di Paola, denominata anche S. Maria di Montevergine. La facciata rosa è affiancata sul lato destro dal campanile; sul lato sinistro sorge l'ex eremitaggio, ora villa privata, caratterizzato da una serie di suggestivi archi sui due piani. La muratura è in pietra di tufo e pietra lavica. La facciata è decorata da un tondo in mattonelle maiolicate inserito all'interno del timpano che poggia su una cornice aggettante. Quattro lisce lesene delimitano tre parti: in quella centrale campeggia il portale principale in pietra grigia con cimasa semicircolare, quelle laterali ospitano due portoni più modesti. L'interno, a pianta basilicale, è diviso in tre navate: quella centrale, coperta da volta a botte, si restringe in uno spazio con volta a vela e conduce al presbiterio dove è situata la cupola sostenuta da un alto tamburo. Sulla parete della navata sinistra sono collocati due cherubini in marmo sormontati da una colomba su nubi, eseguiti da un ignoto scultore campano nel 1789; si tratta del un frammento di una cona marmorea, ubicata in origine sulla parete di fondo del presbiterio. Si trovano inoltre: la figura della Madonna dell’Assunta in bassorilievo, un piccolo Crocifisso del ‘700, busto di San Francesco di Paola, una statua lignea di S.Anna risalente al XVIII secolo, l’organo a canne costruito nel 1781 da Domenico Antonio Rossi.

Notizie storico-critiche
Le origini della chiesa sono legate a quelle dell'Eremo di S. Maria di Montevergine, fondato ai piedi della collina di Zaro nella seconda metà del Settecento accanto ad una piccola chiesa molto antica, per volontà di un vecchio eremita, fra Michele Alemanno. Questi, dopo aver trascorso trent'anni nell'Eremo di S. Nicola sul monte Epomeo, ormai anziano, fu indotto dalle rigide condizioni atmosferiche della montagna a cercare un nuovo luogo solitario. L'Università di Forio gli concesse il terreno antistante alla preesistente chiesetta, risalente almeno al XVII sec., come testimonia una pala del 1636 situata nell'abside. L'Università contribuì, insieme ai fedeli, alla costruzione del nuovo edificio. Ciò permise al comune di conservare diritto di patronato sul complesso. L'atto decurionale del 31 maggio 1840, conservato nell'archivio comunale, documenta la preoccupazione da parte del comune per lo stato d'abbandono, anche spirituale, in cui si trovavano l'eremo e la chiesa, priva di cappellano e gestita all'epoca da tre eremiti dalla condotta discutibile. La discussione fu lunga, le proposte contrastanti: una prevedeva di affidare l'amministrazione della chiesa ai frati Francescani Riformati che già gestivano in modo esemplare il monastero del comune soddisfacendo anche le esigenze spirituali dei fedeli; un'altra proposta fu quella di affidare la chiesetta ad un cappellano. Fu proprio questa soluzione a prevalere nel 1863, quando il comune allontanò gli eremiti e affidò la chiesa ad un cappellano che la rinnovò e ampliò, costruendo un giardino, una cisterna, loggiati, dormitori e altri locali. Nel 1924 il comune cedette in enfiteusi perpetua l'attiguo convento alla famiglia Stead, che addossò alla chiesa una nuova costruzione. Nel 1948 l'edificio fu ampliato nuovamente, furono realizzate le tre navate, rinnovata la facciata e arricchito di un massiccio campanile.

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